Proveniente da Chisinau capitale della Moldavia, a poco più di due ore d’aereo da Roma, Nadia è in Italia dal 2007. È orgogliosa di provenire dalla cultura rumena e chiarisce come i moldavi della sua generazione, nati nell’ex URSS, parlano sia rumeno che russo, mentre le generazioni che crescono adesso oppure chi viene delle zone rurali parlano soltanto la lingua romena.
Patriottica e appassionata di turismo Nadia recentemente é tornata nella sua città con un’amica. Nel cuore le sono rimasti i musei, gli artisti, gli eventi della città di Chisinau. “Sono contenta di essere moldava, quando ero piccola, c’erano ancora molte cose sovietiche, poi c’è stato un periodo di transizione, ma il paese rimane comunque ospitale, multiculturale, offre tanto ai turisti”.
Secondo Nadia, per i moldavi la famiglia è alla base della società e spesso capita che due o tre generazioni vivano insieme nella stessa casa. Rispetto ai due paesi ribadisce che “in Moldavia le persone tendono a giudicarti se fai qualcosa di diverso dagli altri mentre in Italia nessuno guarda male un ragazzo con i capelli lunghi o con il piercing al naso, almeno nelle grandi città. Inoltre in Italia l’identità è più regionale che nazionale, ed anche più chiara; da noi l’identità è ancora confusa. C’è chi pensa che dovremmo unirci con la Romania perché storicamente siamo stati lo stesso popolo, persino la lingua si chiama di stato” ma la situazione è ancora in divenire.
Le piace l’Italia, soprattutto Roma perché offre numerosi eventi e opportunità di lavoro nel turismo. “I romani sono aperti, e si divertono con pochi soldi: un aperitivo sul Lungotevere con gli amici, una serata al teatro, una giornata al mare, una passeggiata a Villa Pamphili, la bellezza ti circonda dappertutto.”
Si è laureata in Mediazione linguistico-culturale e poi ha conseguito la magistrale in Lingue, letterature e scienze della traduzione a La Sapienza. E dal 2011 lavora all’uffico prenotazioni della catena alberghiera Leonardi. Il suo lavoro la soddisfa “mi piace molto perché sono a contatto con diverse culture e faccio del mio meglio per rendere memorabile le vacanze della gente.”
Nadia è una donna intrapendente, dall’anno scorso è la vice-presidente dell’Associazione dei Giovani Moldavi Open Mind Made in Moldova, dove organizzano concerti. Tra questi Il gruppo italo-moldavo Geeskoffed eventi, e lo stand moldavo presente ogni anno alla Festa dei Popoli .
Vuole continuare a studiare turismo perché le piacerebbe diventare direttrice d’albergo. Vive la multiculturalità in mille modi: ha un ragazzo di origini italo-somalo-ghanesi nato a Roma ed educato nella cultura italiana. È cresciuta in un mix di culture, moldava-romena-russa-latinoamericana.
Sposare un italiano? Nadia risponde così “penso che quando ci si trasferisce in un posto si deve cercare di fare amicizia con il maggior numero di persone del posto per capire la loro cultura e perché no, essere pronti a sposarne una. Altrimenti si rischia di creare una piccola enclave del proprio paese nel luogo che ti ha accolto”.
Josefa Trindade
(8 giugno 2016)