Il giorno 9 maggio 2017 si è tenuta, presso l’aula Montalenti della facoltà di Biologia dell’università “La Sapienza” di Roma, la presentazione della pubblicazione “Crisi Ambientale e Migrazioni Forzate” realizzata dalla onlus ambientalista “A Sud”. All’evento erano presenti, oltre ai ragazzi del collettivo di Biologia, anche il portavoce di “A Sud”, Salvatore Altiero che ha curato la pubblicazione con Maria Marano.Secondo le parole di Altiero oggi per migrazioni ambientali si intendono“tutte quelle persone che sono costrette a lasciare il luogo di origine per cause climatiche legate al modello di sviluppo attuale” e proprio alla comprensione di questa tipologia di migrazioni che il report vuole dare un contributo attraverso gli interventi di venti esperti.Leggendo i dati dell’UNHCR, nel biennio 2014/2015, ci sono stati tra i 14 e i 15 milioni di rifugiati nel mondo che sono scappati dai loro paesi d’origine soprattutto per cause come la guerra e governi dittatoriali. Questi numeri tengono in considerazione solamente le cosiddette migrazioni esterne, cioè quelle che causano lo spostamento di persone da uno stato all’altro. Purtroppo ci sono anche milioni di persone che si spostano all’interno di uno stesso stato, che non vengono presi in considerazione dalle statistiche ufficiali e, di conseguenza, non sono tutelate dal diritto internazionale.Nel 2016, secondo i dati del Globale Report on Internal Development, questi migranti interni sono stati circa 40 milioni: vale a dire più del doppio rispetto ai migranti esterni.Una caratteristica che contraddistingue questi spostamenti interni è che la causa principale che li genera sono le calamità naturali. Di conseguenza ne deriva che le migrazioni interne si possono descrivere, in buona parte, come migrazioni ambientali.Solo nel 2016 è stato stilato un documento, dalla Corte Penale Internazionale, in cui si afferma che vi è un legame tra i cambiamenti climatici e la vita delle persone. Le zone più colpite da queste variazioni del clima sono i paesi “in via di sviluppo”. Le cause di questi cambiamenti climatici sono molteplici: dall’azione indiscriminata dell’uomo, che non tiene conto dei limiti che la natura impone, fino alla realizzazione delle cosiddette grandi opere . La contraddizione è che queste ultime, stando alle parole di coloro che ne sostengono la costruzione, dovrebbero portare sviluppo e benessere nelle zone in cui sorgono. Scarica il pdf della pubblicazione
Roberto Consiglio(14 maggio 2017)
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