“Non pensavo di dover lasciare il Perù, volevo lavorare nella ditta di mio padre, ma quando ho visto i problemi economici dell’attività, ho capito che mi aspettava un futuro diverso. Quel giorno ho ricevuto una telefonata da una cugina che viveva in Italia e ho deciso di raggiungerla.”Patricia Bovadin è arrivata da Lima a Roma nel ’97, poco più che ventenne, con un contratto di lavoro come baby-sitter per una famiglia con la quale ha tutt’ora ottimi rapporto.
Patricia: la sua fede e vocazione pedagogica
Lavorando il suo italiano è migliorato e ha potuto iscriversi all’Università Salesiana dove ha conseguito la laurea in Scienze dell’Educazione.“Trasferirsi da Lima a Roma è stato un passo importante per la mia crescita sia personale sia nella fede. Grazie a quest’ultima e all’essere attiva nella congregazione Scalabriniana ho conosciuto la comunità peruviana di Roma. Negli incontri pastorali e dal confronto con le altre persone provenienti dall’America Latina ho imparato a sentirmi cittadina del mondo pur amando le mie radici”. Racconta Patricia, che oggi seguendo la sua vocazione pedagogica e il desiderio di aiutare gli altri, in particolare i migranti, coordina il gruppo Santa Maria degli Angeli, della missione latino-americana.“La fede e la partecipazione ad un gruppo pastorale mi ha fatto sentire “realizzata”. Ci ritroviamo una volta a settimana per condividere la messa e la Lectio Divina. In questi incontri, oltre a pregare insieme, si dà spazio all’accoglienza dei migranti. Sono in prevalenza donne e per questo riescono a dare un valido aiuto a chi si trova in Italia da poco tempo. La donna –continua a spiegare Patricia – è spesso associata a un ruolo materno, protettivo ed accogliente.”
Patricia e la quotidianità romana
“Da tre anni ho avviato le pratiche per ottenere la cittadinanza”, spiega Patricia che divide un appartamento a Trastevere con una ragazza italiana e un’altra sudamericana. Il suo lavoro è in linea con le sue passioni e il clima multiculturale vissuto durante gli studi presso l’Università Salesiana. “Oggi il mio desiderio di aiutare e andare verso l’altro, lo metto in pratica lavorando in un progetto formativo della Onlus Humilitas presso la missione Latino-Americana.Mi trovo bene con gli italiani: ho trovato persone disponibili ad aiutarmi fin dall’inizio quando non parlavo bene la lingua. In questi ultimi mesi i fatti di cronaca di razzismo e xenofobia mi spaventano molto perché mi sento in pericolo e la possibilità di un’evoluzione negativa è tangibile.”
Prospettive per il futuro
Patricia non ha dubbi: il suo futuro lo vede a Roma dove si trova bene con il lavoro, ama il clima, l’arte, la cultura e ha tanti amici italiani. Anche se ammette una certa nostalgia di casa: “Quando torno nel mio paese posso fermarmi soltanto brevi periodi per il fatto della cittadinanza, mi piacerebbe potere passare più tempo con i miei genitori, i fratelli e sorelle.”
Marzia Castiglione(16 marzo 2018)
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