La Festa di Primavera è il modo in cui i cinesi definiscono il Capodanno lunare: quest’anno ricorre l’anno del maiale. È una festività che dà l’opportunità alla comunità di riunirsi con i propri familiari, ascoltare e cantare canzoni che ricordano la patria e mangiare in abbondanza. A Roma, Piazza Vittorio Emanuele II è l’emblema dei festeggiamenti per questa ricorrenza. La comunità cinese presente per partecipare è numerosa, ma altrettanto numerosi sono gli italiani accorsi incuriositi e la comunità bangladese.Jin, ormai residente in Italia da 35 anni, racconta dei quindici giorni di festa in cui non si lavora, del mese in cui i ragazzi non vanno a scuola e delle grandi riunioni familiari in cui si mangiano i tipici cibi portafortuna e degli auguri rivolti anzitutto ai nonni, per una questione di rispetto.Lin studia in Italia da tre anni e parla davvero poco la lingua, ma si sforza per raccontare dell’abito da lei indossato in occasione della festa: si tratta di una lunga veste con due fiocchi verdi sulla scollatura quadrata, arricchita da ricami fatti a mano.Una donna cresciuta nel quartiere di Esquilino racconta che la festa è sempre la stessa, dell’utilizzo del rosso come colore portafortuna e mai del bianco perché utilizzato per i funerali. Il Capodanno cinese è il più sentito per la comunità, nonostante molti di loro festeggino sia questo sia il Capodanno gregoriano.Il magazine Cina in Italia tratta più dettagliatamente le tradizioni del Capodanno cinese: i cibi tipici portafortuna sono i ravioli, data la loro forma che ricorda un lingotto, il pesce che in cinese si dice yu, omofono della parola “abbondanza” riferita sia al contesto economico sia a quello culinario. E’ indispensabile infatti che il cibo avanzi, ciò è segno di prosperità.Non mancano sulle tavole imbandite anche gli spaghetti, gli involtini, le classiche torte di capodanno e le tradizionali insalate di pesce con sette verdure chiamate yusheng.Una settimana prima dell’inizio dei festeggiamenti si dedica un giorno, chiamato Xiao nian ovvero Piccolo anno, alla divinità della cucina, attaccando una nuova immagine di tale divinità accanto ai fornelli per garantire la protezione della famiglia, gli si offrono dolci e si accendono gli incensi.Con l’avvicinarsi della Festa di Primavera, si dà una maggiore importanza al rito di pulizia della casa per scacciare via le negatività insieme alla polvere e alla cura di se stessi con un nuovo taglio di capelli.La Vigilia è caratterizzata dai frenetici preparativi della tavola e delle decorazioni da attaccare: i distici rossi, le tradizionali frasi portafortuna sono appese, mentre le lanterne vengono accese sia fuori dalle case sia fuori dai negozi e per le strade.I fuochi d’artificio cominciano già ad illuminare la notte e continueranno per ore e allo scoccare della mezzanotte saranno accompagnati dalla tipica Danza del Leone e dalla Danza del Drago, con tamburi e gong e la consegna delle buste rosse ai bambini.I quindici giorni a seguire hanno ognuno un’usanza diversa: dalle visite delle donne sposate con i mariti alle proprie famiglie d’origine, alla commemorazione dei defunti, dalle preghiere e l’accensione delle candele in onore delle divinità della ricchezza e della creazione, alla Festa delle Lanterne, spente nell’ultimo giorno di festa in cui si mangeranno i tipici yuanxiao, palline di riso ripiene di dolci che simboleggiano la riunione della famiglia con la loro forma sferica.Durante il periodo di conclusione delle celebrazioni molte famiglie spediscono delle lanterne alle coppie appena sposate per augurargli prosperità, perché in cinese il termine tiandeng con cui si definisce la lanterna ha un suono simile all’espressione tian ding, che significa “aggiungere figli alla famiglia”.I festeggiamenti, diffusi in tutta la Cina, sono caratteristici di città in città: a Pechino si svolgono le Fiere nei Templi con spettacoli e vendita di oggetti di buon auspicio, a Hong Kong sfila la Gran Parata con le bande e i fuochi, a Shangai il momento clou è il countdown, mentre a Harbin il Festival del Ghiaccio incanta i visitatori e gli abitanti del luogo con le statue illuminate la sera.2.continua…
Miriam Diamanti(20 marzo 2019)
L’articolo è stato realizzato da Miriam Diamanti, studentessa dell’Istituto Piaget Diaz, che ha partecipato alla quinta edizione del laboratorio di giornalismo sociale Infomigranti 2019.
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