“Io e Alice Scialoja abbiamo scelto di raccontare nel libro “A Lampedusa” ciò che è successo nell’isola negli ultimi anni, senza voler dimostrare nessuna tesi, semplicemente riportando i fatti”, racconta Fabio Sanfilippo, radio giornalista spesso per lavoro nei centri di accoglienza, intervenuto il 3 maggio nel primo di una serie di appuntamenti dedicati dalla biblioteca di Villa Leopardi al tema dei rifugiati. “Il sistema funzionava bene finché l’identificazione ed il trasferimento degli immigrati avveniva in massimo 48 ore, gli interventi dell’ex ministro Maroni hanno mandato tutto in tilt”.
Il fallimento delle politiche di respingimento Gli sbarchi di irregolari sono stati 51 mila nel 2011, un picco rispetto alla media, “ma è stato fatto credere che fosse arrivato l’intero nord Africa. Il problema è stato l’immobilismo degli smistamenti nel territorio nazionale, ed è scoppiato il caso del sovraffollamento”. Sanfilippo attacca la politica della Lega che contrasta l’immigrazione: “come si poteva pensare che gente che scappa da guerre, violenze, povertà estrema, decida di fermarsi solo perché ci sono decreti che gli vietano l’approdo in Italia?”. Sulla richiesta di Maroni di fondi straordinari all’Unione Europea: “c’è già un programma di finanziamenti, ma i soldi vengono sprecati, ad esempio per realizzare riviste del Ministero dell’Interno che poi non legge nessuno”.
Distorsione dei media Ogni anno arrivano circa 300 mila immigrati, quasi 2,5 milioni nell’ultimo decennio. La punta dell’iceberg, Lampedusa, ha visto 31 mila sbarchi nel 2008, prima del boom del 2011 dovuto alle rivolte del nord Africa. “Sono cifre che una potenza del G8 può permettersi tranquillamente di gestire, suddividendo onori ed oneri con la Comunità Europea, ma non c’è stata la volontà politica di farlo. In più i media distorcono la realtà parlando di invasione di barbari e zingari, con cifre false, dimenticando che hanno colmato il vuoto demografico italiano e salvato l’Inps dal fallimento”.
Lampedusa, microcosmo dell’Italia “Le contraddizioni di Lampedusa sono le stesse del paese intero, solidale sì, ma ognuno a casa propria. Le vicende del sindaco uscente De Rubeis – dell’ Mpa di Lombardo e sostenuto dalla Lega – ricordano quelle di qualcun altro, senza fare nomi. Ha un processo in corso per concussione, per cui ha già scontato due mesi di carcere, in più è indagato per abusivismo edilizio ed istigazione all’odio razziale. E non solo non si è dimesso, ma si è ricandidato per le prossime elezioni, pur con poche speranze di essere riconfermato”. Il libro denuncia anche la poco trasparente gestione delle risorse nell’emergenza da parte della protezione civile: “come per i grandi eventi, le regolari normative in materia di appalti sono state bypassate ed affidate ai privati per realizzare il porto, la rete fognaria e una discarica abusiva”.
Lo stato attuale Ad un anno dalla grande ondata non c’è quasi più nessuno, “sono rimasti in 24, ospitati in un residence”. Il centro di accoglienza è infatti inagibile dopo che un tunisino che non voleva essere rimpatriato lo ha incendiato. L’isola non è più considerata porto sicuro, fattore che ha drasticamente ridotto il numero di sbarchi. “Preoccupa la distinzione fra immigrati ‘buoni’, quelli dell’africa sub sahariana, e quelli di serie B, tunisini in prevalenza, che in quanto non aventi diritto all’asilo politico vengono lasciati sul molo ad aspettare le navi che li riportino indietro, se gli va bene ‘solo’ 24 ore, altrimenti anche 3 giorni”. Il nuovo ministro Cancellieri si sta adoperando per ripristinare la condizione di porto sicuro e per la ristrutturazione del centro, “che dovrebbe essere ultimata a settembre”.
L’accoglienza dei minori Per il Testo Unico in materia di immigrazione, i minori non sono respingibili, anche se nel 2009 ciò è accaduto, costando all’Italia la condanna dalla Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo. Le procedure prevedono l’affidamento a case famiglia fino al raggiungimento della maggiore età. Per un certo periodo i costi sono coperti dal Ministero dell’Interno, poi diventano un onere dell’amministrazione comunale, che però ha scarsità di risorse: “è diffusa la pratica, detta della ‘porta girevole’, per cui fino a che lo Stato è in grado di pagare i minori rimangono in custodia, quando sono gli enti locali a diventare tutori, vengono mandati via, sostituiti da altri per avere nuovi finanziamenti dal governo centrale”. Il prefetto di Agrigento nel 2008 in una seduta del Senato ha denunciato questa situazione, “ma non è stato fatto nulla”.
“L’opinione pubblica dà scarsa attenzione a tutto questo, chiude gli occhi, forse per paura. Molti non si sono resi conto della trasformazione multietnica in corso, salvo poi sbandierare fieri il fatto che Mario Cuomo sia stato governatore dello stato di New York. Il nostro paese sarà più maturo e civile quando un Mohammed sarà sindaco o ministro e nessuno farà caso all’etnia o al colore della pelle. Ma ancora ci fa uno strano effetto vedere un nero vestire la maglia azzurra della nazionale di calcio”.
Gabriele Santoro(4 maggio 2012)