Casa, l’importanza della consapevolezza dei diritti

Massimo Pasquini

“Una cosa che accomuna tutti, italiani e stranieri, più o meno giovani, è lo scarsissimo livello di conoscenza dei diritti e delle leggi in materia di affitti. Quasi nessuno sa ad esempio che in un contratto transitorio il canone è stabilito da accordi locali e non dal libero mercato”, spiega Massimo Pasquini dell’Unione Inquilini, più antico sindacato per la tutela di inquilini ed assegnatari, operativo dal 1968 e facente capo alla Confederazione Unitaria di Base – Cub. “Sediamo al tavolo delle trattative con comune, regione, governo e nelle nostre sedi in tutta Italia forniamo consulenza legale, dai canoni in nero agli sfratti, dai rinnovi dei contratti agevolati all’autorecupero”. Tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, c’è un avvocato differente. Nessuno è stipendiato, “il che ha il lato positivo di lasciarci completa autonomia”.

Bandi e progetti. È ora in corso un bando per l’assegnazione di posti nelle case popolari, “dal ’98 la graduatoria è controllata ogni 6 mesi ma resta sostanzialmente attiva in continuazione, con punteggi diversi a seconda della categoria e della situazione, partendo da sfratti eseguiti, in esecuzione e via via a scendere”. Da gennaio il nuovo sistema è meno rigido, tende a sommare e compenetrare diversi elementi, “a giugno ci sarà la fine del primo step, poi ci sarà il riaggiornamento. Intanto la nostra sede di Primavalle è presa d’assalto, abbiamo fino a 4000 utenze al giorno. Dobbiamo conoscere i bisogni reali per poter capire le politiche da attuare”. Anche in questo caso la percentuale di stranieri è allineata sul 25-30% dei richiedenti. Frequenti le collaborazioni con altre associazioni, come il progetto finanziato dal ministero dell’Interno e dalla regione Lazio, portato avanti con Centro Astalli, Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Consiglio Italiano per i Rifugiati e Unione Piccoli Proprietari Immobiliari: “100 mila euro per creare condizioni di stipula per contratti regolari. Si potrebbe ripetere in futuro, più del sostegno economico in sé servono canali di agevolazione, come l’accordo con la Banca Etica che garantiva 6 mesi di morosità ai proprietari, che ricevevano i soldi praticamente pronto cassa”.

Prime esperienze con gli stranieri negli anni ’80 con i palestinesi, “per cause legate all’equo canone, dovevano dimostrare di essere da noi per motivi di studio o lavoro”. Ora il mosaico è più composito, dal Sudamerica al Nord Africa su tutti, minore l’utenza asiatica “che tende ad avere una struttura interna ferrea”, costituendo una rete nella comunità per aiutarsi a vicenda senza bisogno di rivolgersi ad altri attori. Complessivamente gli iscritti sono tra i 3500 e i 4000 solo nella capitale, ma il turn over è ampio. La presenza di non italiani è calcolabile intorno al 20%”. Il coordinamento immigrati del Cub ha lanciato un’allerta su figure di falsi mediatori che si propongono ai migranti come agenti e li accompagnano nelle loro esigenze per cercare di spillare loro tariffe maggiorate. “Sono situazioni a cui dover prestare attenzione ma qui non ne abbiamo mai visti”.

Trasparenza negli annunci cercasi. “Non c’è un annuncio che sia trasparente”, lamenta Pasquini. Le normali informazioni base sono troppo spesso omesse, “a volte addirittura il prezzo. Mentre magari è specificata la classe energetica. Non è libero mercato, è una giungla”. L’Unione Inquilini ha diviso Roma in 194 microzone, per ognuna è indicata la fascia minima, intermedia e massima di canone previsto dagli accordi integrativi locali. In una zona come San Lorenzo l’oscillazione è tra 5,25 e 9 euro a metro quadro, “l’affitto di una stanza di circa 20 m/q dovrebbe costare tra i 110 e i 180 euro”. La proposta di Pasquini è iniziare ad assegnare una sorta di bollino blu per gli annunci in locazione, “molti sono illegali ma fatti passare per prezzi di mercato. Studenti ed immigrati, che sono categorie deboli, ci rimettono più di tutti”. Contro situazioni irregolari è intervenuto il decreto legislativo 23 del 2011, che all’articolo 3 commi 8 e 9 prevedeva la possibilità per i padroni di casa di regolarizzare le situazioni entro il 6 giugno 2011, dal giorno successivo avrebbero potuto farlo anche gli inquilini, ottenendo un nuovo contratto di 4+4 anni con un canone fissato in misura pari al triplo della rendita catastale, almeno ¼ in meno di quello normalmente pagato. “Molti si rifiutano di farlo, credendo di commettere un’infamia verso il proprietario mentre si tratta solo di rendere giustiziabili i propri diritti”.

Problema sfratti. “Nel 1984 l’80% degli sfratti era dovuto alla fine erogazione, ora si è passati al 90% per morosità”, sono i dati preoccupanti forniti da Pasquini. Nel 2011 ne sono stati eseguiti 64 mila su 3,3 milioni di famiglie in locazione, una ogni cinquanta, con Roma al decimo posto: “al primo c’è Livorno, non è un problema solo dei grandi centri urbani. Senza dimenticare che alcuni proprietari usano l’ingiunzione come arma di ricatto per chiedere aumenti, i cosiddetti sfratti dormienti”. La situazione di disagio è andata peggiorando con la riduzione dell’85% del contributo fondo nazionale, inizialmente da 140 milioni, da parte dell’ultimo governo Berlusconi, definitivamente azzerato da Monti. “Ne beneficiavano circa 15 mila nuclei familiari solo a Roma, di questi almeno un 30% di stranieri. È stato risparmiato un costo equivalente ad uno solo degli aerei f35”.

Autorecupero La legge regionale del Lazio 55 del 1998 consente a chi ha i requisiti per le case popolari di recuperare e abitare immobili pubblici, promossa tra gli altri dallo stesso Pasquini e approvata – caso raro – da tutte le forze politiche. “A Trastevere, grazie a anche a fondi comunali, abbiamo ottenuto 12 appartamenti”. I migliori risultati sono stati raggiunti però al centro-nord, Roma non ha molte aree pubbliche e si può fare poco e solo su ciò che è già esistente, in altre regioni si può anche costruire”.

In un discorso generale il difficile è coinvolgere il corpo complessivo con cui fare un lavoro di educazione alla battaglia legale “per arrivare ad una maggiore rete di contatti, ma c’è sempre troppo individualismo. Senza dimenticare tutta la fascia di irregolari che ovviamente non può esporsi”.

Gabriele Santoro(31 gennaio 2013)