Sono passati quasi due mesi dalla formazione del governo Letta e uno dei ministri che ha catalizzato l’attenzione mediatica è stata Cècile Kyenge. Il ministro dell’integrazione, ha partecipato al convegno “Immigrazione media e politica, oltre la rappresentazione”, svoltosi venerdì 14 giugno presso la sede della FNSI. “Il dovere della stampa- ha spiegato- è di abbattere gli stereotipi, di aiutare l’integrazione, ma sopratutto di applicare la carta di Roma, un documento fondamentale per l’etica giornalistica. Secondo la convenzione di Ginevra, siamo tutti cittadini con eguali diritti e come tali dobbiamo trattare anche chi arriva in Italia in cerca di fortuna.” Il ministro ha sottolineato l’importanza dell’applicazione dello IUS SOLI in Italia:” Stiamo lavorando alle Camere, speriamo di riuscire il prima possibile a portare a termine questo provvedimento. Sicuramente con una semplificazione del percorso legislativo sarebbe tutto più facile, ma questo non ci deve abbattere”. Dopo il saluto del ministro il convegno è proseguito toccando i temi principali del rapporto tra immigrazione e informazione.
“Il fenomeno migratorio è decisamente cambiato negli ultimi venti anni- spiega Igiba Scego giornalista di origine somala- ma l’informazione è rimasta la stessa. Lo straniero viene spesso dipinto attraverso luoghi comuni e stereotipi che lo allontanano ancora di più dalla nuova realtà in cui si trova” Per spiegare ancora meglio questo discorso, la giornalista ha letto due articoli della gazzetta dello sport, datati 1978. Al centro degli scritti c’era la figura di Leone Iacovacci, storico pugile italiano, ma di origine straniera:” trent’anni fa lui era un eroe quando vinceva, ma tornava ad essere un “negro” quando andava KO e oggi si fa lo stesso con Balotelli. Nel giornalismo sportivo, poi, si sprecano gli aggettivi animaleschi che vorrebbero arricchire il profilo dell’atleta ma che in realtà ne sminuiscono il valore. Ma sono tanti gli esempi che potrei fare, non ultima, l’intervista che l’Annunziata ha fatto al ministro Kyenge. Le domande proposte dalla giornalista sono state ben diverse da quelle che sarebbero state fatte ad un altro membro del governo, e parliamo di una collega di sinistra, figurarsi quello che viene fatto da quelli che chiamo “mercanti d’odio”.
Tanti gli interventi della giornata sulla falsa riga della Scego: da Filippo Miranda(ARCI) a Paula Vivanco(ANSI). Quest’ultima ha chiuso il proprio discorso con un ragionamento che ben riassume il pensiero generale del convegno:”Dobbiamo incidere sulla realtà della rappresentazione dando risposte concrete. Gli immigrati devono passare dall’essere oggetti dell’informazione all’esserene soggetti, protagonisti delle loro storie, della loro Italia”.
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Adriano Di Blasi
(18- giugno-2013)