Nel 2023 il flusso dei migranti sbarcati sulle coste italiane ha registrato un aumento di 50mila persone rispetto all’anno precedente quando la pandemia condizionava ancora gli arrivi. Il 2023 si è chiuso con dei dati significativi, ma che sono lontani dal picco del 2016, 181.436 arrivi. I dati di oggi, come quelli di 8 anni fa delineano, ancora una volta, che la strada dell’accoglienza non è stata ancora trovata.
Secondo le cifre fornite dal Viminale, riferite allo scorso 31 dicembre 2023, le persone che in un anno hanno raggiunto l’Italia sono state 155.754, mentre nello stesso periodo di riferimento nel 2022 erano state 105.131. Oltre 17mila sono minori stranieri non accompagnati in costante aumento rispetto al passato, erano 10.053 i MSNA arrivati nel 2021 e 14.044 al 31 dicembre 2022, ma anche per i MSNA non si arriva ai dati del 2016 quando arrivarono 25.846 minori stranieri non accompagnati.
Sul piano territoriale possiamo notare come la Regione italiana con maggior numeri di migranti in termini di accoglienza sia la Lombardia con 14.979 presenze nei centri. A seguire ci sono l’Emilia Romagna con 10.088 presenze e il Lazio con 9.745 accolti.
Il grafico che segue, mostra la percentuale su base regionale dell’accoglienza in Italia.
Come si può osservare dal grafico sottostante, il picco di sbarchi lo si è raggiunto ad agosto, registrando ben 25.673 arrivi, mentre a gennaio si sono osservati i dati più bassi (4.963).
Importante anche la nazionalità dei migranti che sbarcano in Italia – analizzata dal Viminale – proprio per tracciare le rotte di coloro che intraprendono il viaggio. Al primo posto si trova la Guinea con 18.211 arrivi e a seguire ci sono la Tunisia (17.322), la Costa d’Avorio (16.005), il Bangladesh (12.169), l’Egitto (11.072), la Siria (9.547), il Burkina Faso (8.414), il Pakistan (7.642), il Mali (5.938) e il Sudan (5.834).
Migranti: oltre 2600 morti in mare
Il 2023 è stato, purtroppo, uno degli anni più pesanti per il numero elevato delle morti in mare. Dopo la tragedia di Cutro in cui sono decedute 94 persone, si sono consumate altre disgrazie in mare nonostante i continui allarmi lanciati dalle Ong. Quest’ultime denunciano la chiusura delle vie di ingresso legale, gli accordi con autorità che non garantiscono un’efficace attività di ricerca e salvataggio, e la pratica di respingere le navi del soccorso civile, imponendo porti di sbarco sempre più lontani. La situazione resta critica in Italia e Malta, dove le leggi ostacolano il lavoro delle organizzazioni non governative e assegnano porti sempre più distanti.
Secondo i dati di Missing migrants dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), infatti, dall’inizio del 2023 sono morte 2.678 persone in mare. I dati forniti da Medici senza frontiere evidenziano un aumento del 60% nei decessi rispetto agli anni precedenti.
Giulia Fuselli
(09/01/2024)
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